ARTICOLO e fOTO DI Aneta Malinowska

Portico Alemanni 

Si tratta del portico più antico di Bologna costruito fuori dalla cerchia delle mura ed il secondo per lunghezza dopo quello che porta al Santuario di San Luca. Misura circa 650 metri e consta di 167 archi; fu eretto tra il 1619 e il 1631 per ordine dei Carmelitani Scalzi O.C.D. che che officiavano nella Chiesa di Santa Maria Lacrimosa degli Alemanni. La presenza del portico, grazie all’inconsueta comodità di transito, costituì un potente elemento di urbanizzazione, e incentivò la costruzione nella zona di case, botteghe e ville

Il Santuario di Santa Maria Lacrimosa e il Portico degli Alemanni in
una incisione della metà dell’ottocento. E. Corty “Le chiese parrocchiali della Diocesi di Bologna”, Bologna 1844, tomo I, n. 87

Nel 1618 il Santuario di Santa Maria Lacrimosa fu affidato ai Carmelitani Scalzi, che avviarono la costruzione di un portico di collegamento fra la chiesa e la città. L’opera venne intrapresa con i contributi dei religiosi e delle cariche cittadine, ed ultimata grazie alle cospicue donazioni dei fedeli. In alcune arcate sono ancora visibili le tracce degli stemmi di coloro che ne sovvenzionarono la realizzazione.

Costruito in dodici anni, fra il 1619 ed il 1631 sotto la legazione del cardinale Bernardino Spada, come ricorda una lapide commemorativa posta tra i numeri civici 49 e 51 di Via Mazzini, cronologicamente è il primo dei grandi portici extraurbani di Bologna, antecedente a quello che porta al Santuario di San Luca.

Nel 1667 venne costruito il portico detto Dei Mendicanti o Del Ricovero che, perpendicolare a quello degli Alemanni, lo mise in collegamento con la zona fuori Porta San Vitale, dove sorgeva l’Ospedale di Sant’Orsola, retto appunto dall’Opera dei Mendicanti.

Il portico degli Alemanni fu spesso luogo di acquartieramento di truppe di passaggio a Bologna, che lo danneggiarono vistosamente. Una lapide sotto la prima arcata e documenti d’archivio ricordano i restauri attuati nel 1717 e nel 1750, dopo la partenza dei soldati. Tra il 1748 ed il 1749 gli Scalzi fecero riselciare la strada, già rettificata ed acciottolata per loro iniziativa nel 1660.

Bibliografia M. FANTI, G. ROVERSI, S. Maria degli Alemanni in Bologna, Bologna 1969Arte e Santuari in Emilia Romagna, Cinisello Balsamo 1987O. FACCHINI, I. BENTIVOGLI, Andar per santuari: 50 santuari mariani bolognesi, Rastignano (Bo) 1995; pp. 118-125

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